Si parva licet componere magnis
Si parva licet componere magnis è un'espressione latina che significa «se è lecito paragonare le cose piccole alle grandi»; è parte di un verso di Virgilio (Georgiche, Libro IV, v. 176). Il poeta scrive tali parole nell'ambito di una similitudine che istituisce fra il lavorìo delle api e l'opera frenetica dei Ciclopi intenti a forgiare le saette per Giove.
Utilizzo storico
Già nelle Bucoliche, precisamente nella prima egloga, Virgilio usa un'espressione simile: Sic canibus catulos similes, sic matribus haedos / noram, sic parvis componere magna solebam,[1] nella quale Titiro fa ammenda dell'errore di aver paragonato Mantova con Roma, che per grandezza «si innalza tanto sopra le altre città quanto i cipressi sul flessuoso viburno».[2]
Utilizzo moderno
Nell'uso odierno, la frase può essere citata, anche in tono scherzoso, allo scopo di scusarsi di eventuali paragoni e accostamenti che potrebbero apparire sproporzionati.
Note
- ^ Bucoliche, I, vv. 22-23: «Poiché conoscevo i cuccioli simili ai cani e i capretti alle loro madri, ero solito paragonare le cose piccole alle grandi».
- ^ Bucoliche, I, vv. 24-25.
Voci correlate
- Locuzioni latine
- Sic parvis magna
Collegamenti esterni
- si parva licet componere magnis, su Vocabolario Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
V · D · M | ||
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Opere principali | Bucoliche · Georgiche · Eneide | Virgilio 70 ~ 19 a.C. |
Appendix Vergiliana | Aetna · Catalepton · Ciris · Copa · Culex · Dirae e Lydia · Elegiae in Maecenatem · Epigrammata · Moretum · Priapea | |
Voci correlate | Parco Vergiliano a Piedigrotta |