Scuola cartografica di Dieppe

Planisfero Dauphin (1547 circa)
Planisfero dalla Cosmographie Universel di Guillaume Le Testu (1556)
Planisfero di Nicolas Desliens (1566)

La scuola cartografica di Dieppe fiorì nel XVI secolo ed in particolare fra il 1540 e il 1585, nella città portuale di Dieppe, in Normandia, oggi nel dipartimento della Seine-Maritime. La scuola è celebre per aver realizzato una serie di planisferi e carte geografiche di grandi dimensioni disegnati a mano e riccamente decorati.

La città di Dieppe era celebre per i suoi armatori come Jean Ango e per i suoi navigatori come Jean Cousin. I committenti delle carte di Dieppe erano facoltosi armatori francesi e portoghesi, ed anche sovrani come Enrico II di Francia e Enrico VIII d'Inghilterra.

Fra i maggiori cartografi che lavorarono a Dieppe furono Pierre Desceliers, Jean Rotz, Guillaume Le Testu, Guillaume Brouscon, Nicolas Desliens, Nicolas Vallard e Jacques de Vau de Claye.

Caratteristiche

Le scritte sulle carte di Dieppe sono in francese, portoghese o in un gergo portoghese gallicizzante. Se ne deduce che i cartografi di Dieppe ottenessero informazioni riservate dai colleghi portoghesi, nonostante la proibizione ufficiale del governo portoghese di divulgare conoscenze geografiche (politica de sigilo)[1].

Una caratteristica comune alla maggior parte delle carte di Dieppe è la presenza della rosa dei venti e delle linee lossodromiche, in quanto carte nautiche. Nello stesso tempo, però, esse sono delle opere d'arte evidentemente destinate ad essere esposte su di un tavolo, e perciò contengono i risultati delle ultime scoperte, accanto a riferimenti mitologici e illustrazioni.

Ad esempio il planisfero di Desceliers del 1550 riporta la descrizione dei primi tentativi francesi di colonizzare il Canada, la conquista spagnola del Perù ed i traffici marittimi portoghesi nelle Molucche. Sulla stessa carta si trova, però, ancora l'indicazione"Catai" risalente a Marco Polo, e sono rappresentati il regno del Prete Gianni in Etiopia, e la stirpe delle Amazzoni in Russia.[2]

Come in tutte le carte geografiche fino al Cinquecento, quelle di Dieppe non indicano la longitudine. Infatti, mentre la latitudine è indicata in gradi osservati con l'astrolabio o con il sestante, la longitudine poteva essere misurata solo empiricamente come distanza[3]. Poiché la proiezione di Mercatore apparve nel 1569, essa non venne mai utilizzata nelle carte di Dieppe.

Globe by Jacques de Vau de Claye (1583) showing "Terre de Beac/Locac" as a peninsula of the "Terre Australle".

La Grande Java

Particolare di una carta dell'Australia di Desceliers
La costa orientale di Jave La Grande dall' Atlante Vallard National Library of Australia

In molti planisferi della scuola di Dieppe l'isola di Giava e la Terra Australis sono collegate da un ponte di terraferma che reca la dicitura La Grande Jave o Terre Locac.

Per un certo numero di studiosi questa ricorrente rappresentazione di un'area di terraferma pressappoco dove si trova l'Australia, sarebbe l'indizio di una possibile scoperta portoghese dell'Australia negli anni Venti del Cinquecento, dal momento che i Portoghesi erano molto attivi nell'Arcipelago Malese a partire dal 1511 (conquista di Malacca). Altri[4] suggeriscono che i cartografi di Dieppe potrebbero essere stati influenzati da altri fattori, fra cui le aspirazioni francesi. Nel 1912, il geografo francese Lucien Gallois ha concluso:

«Il grande continente meridionale è apparso sulle mappe francesi della prima parte del XVI secolo è ovviamente un'appendice fino alla costa settentrionale di Giava, considerato l'inizio di una terra che si estendeva verso sud. La nomenclatura delle coste est e ovest del continente è assolutamente fantastico.»[5]

Carte di Dieppe tuttora esistenti

Planisfero di Guillaume Brouscon (1543)
Particolare di Java la Grande da una carta di Nicolas Desliens

Le carte di Dieppe di cui si conosce l'esistenza in epoca contemporanea sono le seguenti[6][7][8]:

Sarah Toulouse ha pubblicato un elenco più completo e particolareggiato di 37 carte ed atlanti realizzati fra il 1542 e il 1635 da cartografi di Dieppe o Normanni[9]

Note

  1. ^ Richardson, W.A.R. (2006) P.5
  2. ^ Desceliers’ world map, su bl.uk, 30 novembre 2003. URL consultato il 14 novembre 2012.
  3. ^ McIntyre, K.G. (1977) P.147-8.
  4. ^ Carile(1997), Brunelle (2007) e King (2009)
  5. ^ Lucien Gallois,, ‘Guillaume Le Testu’,, in Annales de Géographie,, vol.21, 1912,, no.119, p.8..
  6. ^ Richardson, W.A.R. (2006). Was Australia charted before 1606? The Jave La Grande inscriptions. Canberra, National Library of Australia, Pag.96, ISBN 0-642-27642-0
  7. ^ McIntyre, K.G. (1977) The Secret Discovery of Australia, Portuguese ventures 200 years before Cook, pag.207. Souvenir Press, Menindie ISBN 0-285-62303-6
  8. ^ Herve, R. (1983). trad inglese di John Dunmore. Chance Discovery of Australia and New Zealand by Portuguese and Spanish Navigators between 1521 and 1528. Palmerston North, New Zealand. The Dunmore Press, Pag. 19. ISBN 0-86469-013-4. Herve fornisce un elenco un po' diverso di carte di Dieppe
  9. ^ Toulouse, Sarah, "Marine Cartography and Navigation in Renaissance France", in The History of Cartography, Volume 3, Cartography in the European Renaissance, University of Chicago Press, 2007, ISBN 978-0-226-90732-1, p. 1551-1568

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Collegamenti esterni

  • Des Cowley, particolare del planisfero Dauphin raffigurante la Grande java, su La Trobe Journal.N°.41, 1988, State Library of Victoria. URL consultato il 16 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
  • Damian Cole, Who Got to Australia First?, su The National Library of Australia's Gateway site on exploration of Australia, National Library of Australia. URL consultato il 16 settembre 2013.
  • Huntington Library and Art Gallery, scheda dell’Atlante Vallard, Dieppe, 1547, su Huntington Catalogue, HM 29 "Vallard Atlas", Henry E. Huntington Library and Art Gallery, San Marino, California. URL consultato il 16 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2010).
  • British Library, riproduzione del planisfero di Pierre Desceliers, Arques, 1550, su British Library Add. MS 24065, British Library Board. URL consultato il 16 settembre 2013.
  • La Trobe Library, particolare del planisfero di Desceliers del 1550raffigurante la Grande Java, copertina de La Trobe Journal N° 41, 1988. (JPG), su La Trobe Journal.No.41, 1988, State Library of Victoria. URL consultato il 16 settembre 2013.
  • National Library of Australia, riproduzione del planisfero di Desliens del 1566. copia eseguita da H. Delachaux, Parigi, 1884., su National Library of Australia Map RM 1898, National Library of Australia. URL consultato il 16 settembre 2013.
  • Phillip Knightley, The Goans get tough and the mystery remains, su Sydney Morning Herald, 14 aprile 2007. URL consultato l'11 ottobre 2013.
  • Sächsische Landesbibliothek, scheda del planisfero di Nicolas Desliens, 1541., su Saxon State Library - Dresden State and University Library Record Number:. Df dk 0005150, Obj No. 70401907, Deutsche Fotothek. URL consultato il 16 settembre 2013.
  • Martin Woods, 'The French map that showed a new world', The Canberra Times, 23 November 2013., su canberratimes.com.au. URL consultato il 20 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2014).
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