Piace a troppi

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Piace a troppi
Jean-Louis Trintignant e Brigitte Bardot in una scena del film
Titolo originaleEt Dieu... créa la femme
Paese di produzioneFrancia, Italia
Anno1956
Durata95 min
Rapporto2,35:1
Generedrammatico
RegiaRoger Vadim
SceneggiaturaRoger Vadim,
Raoul J. Lévy
ProduttoreRaoul J. Lévy
FotografiaArmand Thirard
MontaggioVictoria Mercanton
MusichePaul Misraki
TruccoHagop Arakelian
Interpreti e personaggi
  • Brigitte Bardot: Juliette Hardy
  • Curd Jürgens: Eric Carradine
  • Jean-Louis Trintignant: Michel Tardieu
  • Jeanne Marken: signora Morin
  • Jean Tissier: signor Vigier-Lefranc
  • Isabelle Corey: Lucienne
  • Jacqueline Ventura: signora Vigier-Lefranc
  • Jacques Ciron: segretario di Eric
  • Paul Faivre: signor Morin
  • Jany Mourey: delegata del vescovo
  • Philippe Grenier: Perri
  • Jean Lefebvre: manager del danzatore
  • Leopoldo Francés: danzatore
  • André Toscano: René
  • Mary Glory: signora Tardieu
  • Christian Marquand: Antoine Tardieu
Doppiatori italiani

«Ha il coraggio di fare quello che vuole e quando vuole»

(Eric)

Piace a troppi (Et Dieu... créa la femme), noto anche col titolo E Dio creò la donna è un film diretto nel 1956 da Roger Vadim.

È il film che lancia a livello internazionale Brigitte Bardot come sex symbol. Con lei diventano popolari anche il protagonista maschile Jean-Louis Trintignant e il regista Roger Vadim, che l'aveva sposata nel 1952 e da cui divorzierà nel 1957.

Trama

Uscita dall'orfanotrofio, Juliette va a vivere in un villaggio di pescatori dove con la sua bellezza ingenua e perversa riesce a portare lo scompiglio tra gli uomini.

Edizione italiana

Nell'edizione italiana la parentela tra Antoine e Michel Tardieu, che si contendono Juliette, venne cambiata: mentre nell'edizione originale sono fratelli, qui divengono cugini.

Luoghi delle riprese

L'allora sconosciuto villaggio di pescatori dove è girato il film diventerà un luogo di fama internazionale. Si tratta di Saint-Tropez, dove la stessa Bardot acquisterà qualche anno più tardi una villa (la famosa Madrague) che costituirà un richiamo per il jet-set e, qualche anno più tardi, il ritiro dell'attrice quando deciderà di uscire dalle scene.

Alcune scene sono state inoltre girate a La Croix-Valmer, a Gassin e a Ramatuelle.

Le riprese si sono svolte dal 3 maggio al 7 luglio 1956.[1]

Distribuzione

Venne distribuito nelle sale francesi il 28 novembre 1956; nell'ottobre 1957 arrivò negli Stati Uniti. In Italia uscì nel settembre 1958 col divieto ai minori di 16 anni, divieto tolto nel 1996.[2]

Critica

«Un soggetto come questo non è troppo lontano dai rosei canovacci delle commedie hollywoodiane, ma lo diventa per il modo tutto francese con cui è trattato, in toni cioè intellettualistici e libertini. Più che una favola si ha un albo di immagini della Bardot, snodata in tutti i sensi, svestita in tutti i modi, ingenuamente (ma davvero?) provocante. [...] Essa ci vuol apparire come la donna unica, primigenia, in cui è la carica di tutte le donne che verranno. [...]»

(Leo Pestelli su La Stampa del 26 settembre 1958[3])

«Tutta Parigi lo ha visto, tutta Parigi ne parla; ci sono quelli che si lamentano: “Non è nemmeno cochon!” e quelli che si adombrano: “È indecente”. Et Dieu créa la femme, per il quale c’era motivo di temere dopo la campagna pubblicitaria gratuita condotta dalla censura, è un film sensibile e intelligente nel quale non si riscontra una sola volgarità; è un film tipico della nostra generazione perché è amorale (in quanto rifiuta la morale corrente e non ne propone nessuna altra) e puritano (in quanto è cosciente di questa amoralità e se ne inquieta). [...]»

(François Truffaut, 1975[4])

«In realtà, se la protagonista di Piace a troppi fosse una qualsiasi Marisa Allasio non varrebbe nemmeno la pena di soffermarsi su questa pellicola, il cui unico motivo d’interesse è dato dall'aver “lanciato” il mito di Brigitte Bardot. Regista mediocre, intriso di intellettualismo e di letteratura a poco prezzo, Roger Vadim ha avuto il solo sprazzo di originalità nella creazione di questo personaggio inquietante e indubbiamente non sprovvisto di vitalità e di anticonformismo. Ma sarebbe ingenuo non accorgersi di quanta convenzionalità si celi dietro questo proclamato anticonvenzionalismo. [...]»

(Vittorio Spinazzola su Cinema Nuovo 1957[5])

Note

  1. ^ Curiosità sul film su movieplayer.it
  2. ^ Dettagli della revisione italiana
  3. ^ Recensione completa
  4. ^ Rassegna stampa Piace a troppi | MYmovies
  5. ^ Rassegna stampa Piace a troppi | MYmovies

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