Ricostruì a Tortona l'antica chiesa dedicata a San Giacomo, già importante luogo di culto e pellegrinaggio in epoca medioevale in quanto situata lungo uno dei principali assi viari in direzione di Santiago di Compostela.[5] Durante il conclave del 1758 fu a un passo dall'elezione a papa, ma non fu eletto per il veto di Luigi XV.[1] Secondo alcune fonti, tuttavia, durante quel conclave, Cavalchini fu eletto papa, ma poi fu costretto a dimettersi per il veto francese.[1] Successivamente prese parte al conclave del 1769.[1] Quando morì, nel 1774, le sue spoglie furono esposte nella basilica dei Santi XII Apostoli di Roma, dove fu celebrato il funerale e dove fu sepolto.[1]
^Epistolario, vol. IX. 1760-1761 di Bernardo Tanucci, Ed. di Storia e Letteratura, 1985
^ Tommaso Bauco, Giovanna Zanlonghi, Storia della città di Veletri, seconda edizione, L. Cappellacci, 1851, p. 285.
^ Annamaria Cascetta, Giovanna Zanlonghi, Il teatro a Milano nel Settecento, Volume 1, Vita e Pensiero, 2008, p. 155, ISBN 978-88-343-1965-9.
^infoalessia.it Archiviato il 13 agosto 2006 in Internet Archive.
Bibliografia
Giuseppe Beltrami, Notizie su prefetti e referendari della Segnatura Apostolica desunte dai brevi di nomina, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1972, pagina 131.
Altri progetti
Altri progetti
Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carlo Alberto Guidobono Cavalchini